"La globalizzazione neoliberista ha un impatto drammatico sui determinanti sociali della salute umana attraverso i suoi effetti iniqui sulla distribuzione di potere e risorse, sui mercati del lavoro, sulla struttura sociale e le politiche nazionali, sui mercati e i flussi finanziari[1]. L’attuale profonda crisi del sistema capitalistico mondiale rende necessaria l’elaborazione di strumenti concettuali e di prassi operative che possano offrire alternative sostenibili a quanto descritto dall’ex primo ministro britannico, signora Thatcher, con l’acronimo TINA (There Is No Alternative). Se da un parte uno degli effetti positivi della globalizzazione è stata la progressiva diffusione a tutti i livelli del linguaggio dei diritti umani, dall’altra tale strumento concettuale non sembra avere ancora messo in grado gli Stati nazionali di assicurare alcuni di questi diritti, a cominciare da quello alla salute, alla propria popolazione. L’incapacità o meglio la non volontà dei governi di affrontare la crisi economica a favore della popolazione e non della classe dominante non ha finora indotto i movimenti di massa a esigere dai propri governi il “rispetto, la protezione e la piena realizzazione” dei diritti umani fondamentali, compreso il diritto alla salute."