AMEP – Amazing Models in European Perspective
"Amazing Models Symposium" è l'evento conclusivo del progetto AMEP (Amazing Models in European Perspective) Progetto Europeo tra arti e scienze mediche, promosso da E.A.C.E.A. (The Education, Audiovisual and Culture Executive Agency) della Commissione Europea e patrocinato dal Comune di Bologna e dallo SMA (Sistema Museale d'Ateneo) dell'Università di Bologna. AMEP nasce dalla collaborazione tra il Museo delle Cere Anatomiche “Luigi Cattaneo” di Bologna, il Museo Josephine dell'Università di Medicina di Vienna (A) e il Museo Boerhaave di Leida (NL). Durante questa collaborazione sono stati studiati, confrontati e scambiati alcuni modelli anatomici delle tre differenti collezioni istituzionali, per evidenziare interessanti differenze e similitudini culturali. Lo scambio di modelli anatomici delle tre università, principali centri storici europei di innovazione medica, ha permesso il trasferimento delle conoscenze in campo medico, storico artistico e museologico:
Parte del progetto è la Mostra Itinerante Amazing models. L’anatomia in modelli 3D tra il ‘700 e il ‘900 che ha fatto tappa a Bologna dal 16/11/2012 alle 18:00 al 15/03/2013 e concluderà il suo tour a Leida nel dicembre 2014.
In una sala del Museo è stata allestita nel novembre 2012 anche la mostra fotografica L’Anima Svelata, in cui viene presentato il lavoro che Alberto di Giorgio Martini e Mauro Squiz Daviddi hanno scelto di fare su molteplici soggetti presenti al Museo alla ricerca di uno sguardo diverso sui loro volti in grado di conferire una dignità autonoma rispetto al loro essere semplici “strumenti” anatomici, spesso caratterizzati da patologie deformanti, “svelandone l'anima”. Le ricerche dei due fotografi riescono a cogliere negli occhi di quelle persone ritratte un loro stato d’animo umano e particolare.
Video di presentazione della Mostra.
"La linea che unisce Bologna (I), Leida (NL) e Vienna (A) disegna un triangolo nel cuore dell'Europa che traccia un importante collegamento in campo medico, storico e culturale tra queste tre città. Città che custodiscono eccellenze diversificate e complementari per le loro Università, i loro centri di medicina e i musei che ne sono nati. In questi luoghi è cambiato il modo di guardare e sperimentare il corpo umano ed i saperi che vi sono stati prodotti influenzano ancora oggi conoscenze e competenze in ambiti diversi, dalla scienza anatomica alle arti visive. Fin dai tempi più antichi arte figurativa ed anatomia si sono rincorse nei secoli, percorrendo sentieri ed assecondando indirizzi talora molto vicini, ma spesso autonomi ed indipendenti. L’Arte figurativa ha privilegiato la figura corporea nella sua configurazione esterna e nelle sue tensioni fisiche ed emotive. L’Anatomia, al contrario, ha scavato da subito all’interno del corpo per scoprire le sue funzioni vitali. La mostra Amazing Models oltre a mettere in luce le peculiarità scientifiche di ciascuna collezione e la loro continuità storica, intende svelare la connessione che ha sempre messo in relazione la scienza medica e le arti visive, laddove queste ultime hanno iniziato ad essere chiamate in causa per diffondere e supportare le nuove scoperte medico-scientifiche. Ogni modello anatomico presentato in mostra è frutto della collaborazione tra scienziati e artisti, tra mente e tecnica, tra indagine e rappresentazione. L'intero percorso è un'esplorazione assolutamente inaspettata del corpo e della mente umana, dei suoi segreti, delle sue meraviglie, delle sue patologie.Leonardo da Vinci, dalla doppia anima di artista e scienziato, fu fra i primi ad intuire l’importanza didattica e divulgativa anche dei disegni nei testi scientifici e medici. Fra i suoi progetti rimasti incompiuti c'è un testo-atlante di Anatomia, che avrebbe voluto dare alle stampe con l’anatomista dell’Università di Pavia Marcantonio Della Torre e sempre a Leonardo si deve l'intuizione di utilizzare la cera come materiale per riprodurre quelli che divennero i primi modelli in 3D di parti del corpo: intuizione ancora più geniale se si pensa che non si limitò ad utilizzarla per costruire calchi o modelli della superficie corporea, ma, con sottile intuito scientifico, si cimentò per scioglierla al calore e iniettarla nelle cavità ventricolari del cervello o nelle cavità cardiache così da riprodurre calchi di forma e dimensioni perfette.La ceroplastica per lo studio dell’anatomia nasce però ufficialmente a Bologna nel 1742 con le opere dell’artista Ercole Lelli, che rappresentano storicamente le prime produzioni di sistemi didattici in 3D. Spetta poi agli anatomisti del XIX secolo, Francesco Mondini e Luigi Calori, il merito di aver consegnato alla storia una raccolta di modelli in cera che si contraddistingue per essere la più antica e ad un tempo la più originale per i preparati di teratologia e patologia medica che conserva: una raccolta unica in Europa che è ora parte integrante del Museo delle Cere Anatomiche "Luigi Cattaneo" di Bologna. La scuola bolognese di cui al Museo sono custoditi i maggiori esemplari di Giuseppe Astorri, Cesare Bettini, Pietro Sandri si è inoltre distinta nel tempo per la completezza con cui ha documentato l'iter scientifico dei singoli casi di anomalie e patologie che gli anatomisti indagavano, dalla descrizione del malato col disegno che l'accompagnava, all'indagine scientifica svolta, fino alla riproduzione in cera degli organi interni e alla conservazione degli scheletri. Dopo Ercole Lelli altro grande protagonista della storia della ceroplastica fu Clemente Susini che si formò nell’officina ceroplastica della Specola di Firenze nel 1773 introducendo l’uso di stampi, estranei allo stile bolognese, che permettevano una più facile e ricca riproduzione. Di Clemente Susini il Museo Josephine dell'Università di Medicina di Vienna conserva tuttora esemplari d'eccezione. Le sue opere rappresentavano nel modo più realistico possibile le ultime scoperte della scienza anatomica, caratterizzandosi però anche per una nuova ricerca edonistica verso una bellezza sensuale e decadente. Nella prima metà dell’Ottocento iniziano a comparire in Francia i primi modelli in carta pesta (papier-maché), che si diffonderanno poi in tutta Europa per la loro duttilità e facilità di conservazione e trasporto. Grazie all'utilizzo di questo materiale i modelli anatomici conobbero un'ampia circolazione tra le Università europee iniziando ad essere prodotti anche su importanti commissioni governative. Nacque quindi una vera e propria produzione in serie, in particolare grazie agli sviluppi decisivi proposti da Louis Thomas Jérôme Auzoux, che costruì i suoi primi modelli su una base di materiale osseo naturale eliminando però tessuti anatomici molli come muscoli, vasi sanguigni e nervi, per sostituirli con la cartapesta. Il Museo Boerhaave di Leida conserva oggi 71 di questi modelli splendidamente dipinti e risalenti al XIX secolo e rappresenta la più grande collezione di modelli anatomici di cartapesta in tutto il mondo".