Questo libro si interroga sulla malattia e sulla salute, sulla normalità e sui molti modi di essere normali lungo un percorso di vita. Viene qui studiata, per la prima volta in chiave fortemente interdisciplinare, una malattia cronica rara ma di notevole impatto sull'immaginario popolare, l'emofilia, mettendo in discussione la medicalizzazione imperante di ogni malattia, che tende a ridurre la soggettività del paziente alla sofferenza da eliminare e il corpo a puro oggetto d'interesse medico. L'emofilia è un caso esemplare di storia clinico-sociale: storia di una malattia, del suo riconoscimento e trattamento, storia che è nello stesso tempo cornice ideale per le storie individuali di coloro che ne sono affetti o coinvolti, per le loro patografie e per le autonarrazioni tacite o implicite. La sua emersione, pur lenta e accidentata, da paesaggio simbolico oscuro e infausto a universo di consapevolezza e inserimento sociale, permette di problematizzare i meccanismi della normalizzazione nelle dinamiche collettive e individuali e nella costruzione dell'immagine pubblica della salute, criticando la retorica che la vuole custode unica della normalità.